Il prezzo è una delle quattro P del marketing mix, insieme a prodotto, punto vendita e promozione. Si distingue dalle altre perché è l’unica componente di ricavo a fronte delle componenti di costo.
Definire il prezzo di vendita è il processo che determina quanto l’azienda otterrà come contropartita alla vendita dei propri prodotti.
Il costo del prodotto è normalmente la principale variabile che influenza la determinazione del prezzo, ma non l’unica: qualità, concorrenza, luogo e condizioni del mercato sono gli altri aspetti che entrano in gioco.
Quando il prezzo di vendita risulta “giusto”?
Devono sussistere tre importanti condizioni:
- quando permette di raggiungere gli obiettivi finanziari dell’azienda, cioè la profittabilità;
- è adeguato al mercato e i clienti comprano a un prezzo ben definito;
- quando supporta il posizionamento del prodotto ed è coerente con le altre variabili del marketing mix, cioè prezzo proporzionale alla qualità del prodotto oppure utilizzo di promozioni per non abbassare il prezzo direttamente.
Chiunque, per rimanere sul mercato sia online che offline, deve definire il prezzo in modo che esso sia maggiore del costo del venduto, in modo da garantirsi un utile.
Esistono diversi metodi di determinazione del prezzo uno di questi è il Markup Pricing. Il metodo più semplice che consiste nell’aggiungere un margine di ricarico prefissato (markup) al costo del prodotto.
Consideriamo il caso di un produttore di giocattoli i cui costi e le vendite previste siano quantificati in:
Costi variabili = 10€
Costi fissi = 30.000€
Vendite previste (in unità) = 10.000
Il costo unitario del prodotto è dato dalla seguente formula:
Costo unitario= costo variabile= costi fissi/ unità vendute= 10+ 30.000/10.000= 13 euro
Supponiamo che il produttore intenda realizzare un margine del 30% sulle vendite (markdown) che è pari alla differenza fra il prezzo e costi rapportata al prezzo. Ecco in formula:
Prezzo con ricarico= costo unitario/ (1- margine previsto sulle vendite)= 13/(1-0,3)= 18,58 euro
Il produttore venderà al rivenditore ogni giocattolo a 18,58, con un profitto di 5,57€ per ciascuna unità.
Alla domanda se questo metodo sia effettivamente valido per la determinazione del prezzo, la risposta in genere è negativa. Eppure è il metodo più diffuso per diversi motivi. Innanzitutto i venditori hanno più certezza in merito ai costi che alla domanda. Se il prezzo è direttamente collegato al costo, il processo di determinazione risulta più semplice. In secondo luogo, quando tutte le imprese del settore adottano questo metodo i prezzi tendono a essere uniformi e la concorrenza di prezzo risulta minimizzata; infine molti hanno la sensazione che il metodo del costo totale sia più equo nei confronti sia del rivenditore sia degli acquirenti.
Buon marketing
Quindi sommando ai costi variabili, il valore in percentuale del margine di contribuzione, otterremo il prezzo.
Costi variabili (Manodopera e Materie prime) 450.000 50%
Margine di contribuzione 450000 50%
Prezzo 900.000 100%
non complichiamoci la vita solo perchè all’università ci hanno propinati il FULL COSTING, che è SOGGETTIVO, mentre il Direct Costing è OGGETTIVO!!!